Il generale dell´Indipendenza
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Firenze, Domenica 31 Luglio 2016 - ore 04:34
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    MANFREDO FANTI
    MANFREDO FANTI
    Il generale dell´Indipendenza

    Questa volta, visto l´inizio della stagione sportiva della Fiorentina, abbiamo scelto per la nostra rubrica Viale Manfredo Fanti che si trova proprio accanto allo stadio Franchi.

    Manfredo Fanti nacque a Carpi nel 1806.

    Nel 1830 si laureò in matematica, fu coinvolto nella rivolta di Ciro Menotti e quindi costretto all´esilio. Si trasferì prima in Francia dove si specializzò in tattiche militari, poi nel ´35 andò in Spagna per unirsi alle forze liberali di Maria Cristina.

    Qui assunse la direzione di alcuni lavori di fortificazione e si legò alla Giovine Italia.

    In seguito gli fu affidato anche il comando delle truppe in battaglia. I suoi successi militari lo portarono a raggiungere il grado di Capo di Stato Maggiore della Capitaneria di Madrid nel 1948.

    Quell´anno però decise di tornare a Milano per partecipare alla Prima Guerra d´Indipendenza. Mentre era in esilio aveva maturato la convinzione che l´Unità nazionale e l´indipendenza non dovevano essere affidate a un despota.

    Una volta in patria fu però visto con diffidenza per la sua lunga carriera militare all´estero e per i suoi trascorsi mazziniani. Solo quando la guerra era ormai a fine, gli fu affidata la difesa di Milano, che però non potè attuare, vista la situazione già compromessa.

    Il buon lavoro nel riordinare le truppe volontarie lombarde lo fece entrare come membro permanente nel Consiglio di guerra, e fu eletto deputato nel Parlamento subalpino.

    Nel 1855 partecipò alla guerra di Crimea, cosa che gli permise di salire nella considerazione generale. Nel 1859 venne infatti nominato comandante di una delle cinque divisioni dell´esercito piemontese.

    Dopo Villafranca fu Comandante in Capo dell´esercito, ma per prima cosa si recò in Centro Italia a organizzare gli insorti. Gli fu affidata anche la costituzione dell´esercito della Lega degli Stati del Centro per impedire una eventuale controffensiva asburgica. A capo di questo esercito ebbe ragione delle forze papaline favorendo l´annessione al Piemonte di Umbria e Marche.

    Nel 1861 varò il nuovo ordinamento dell´esercito italiano, ma quando morì Cavour, suo protettore politico, preferì rassegnare le dimissioni.

    Fece vita ritirata fino al 1865, quando morì a Firenze.

    Sara Aldobrandi

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